lunedì 29 aprile 2013

Finalmente domenica! (36)


Una manciata di chilometri a sinistra e nascevo in Francia, a sinistra guardando la cartina intendo, fisica o politica alla fine è lo stesso mi pare di capire leggendo La filosofia del viaggio, poetica della geografia di Michel Onfray. Brescia, Milano, Torino, Francia. Ecco così più o meno, leggo Michel Onfray nel mezzo della notte e penso che fino a quando avrò la forza di alzarmi dal sonno per scrivere o leggere una cosa allora potrò dirmi vivo, mica morto oppure italiano che è anche peggio. Bastava varcare il confine, papà, non potevi andare a fare i materassi in Costa Azzurra? Certo, come migrante ti avrebbero trattato male, i francesi non sono certo teneri con gli italiani, avrebbero detto che i materassi fatti dall'italiano non erano comodi come quelli fatti dai francesi, ma col tempo li avresti convinti, e io avrei sofferto qualcosa come seconda generazione ma mi sarei chiamato François, Savieau. Avrei potuto leggerlo in francese e con padronanza linguistica Michel Onfray, magari frequentare la sua Università popolare di Caen, ma la retta quanto sarebbe costata? Nel dubbio, restando solamente al primo imperfetto, leggere in francese Théorie du voyage: poétique de la géographie, nell'anno più vicino alla sua creazione il 2007, senza aspettare la traduzione del 2010. Che poi ad essere del tutto onesti, in Francia mica posso giurare che mi sarei trovato bene, freddini questi transalpini, la mia dimensione ideale quindi dovendo scegliere una sola carta del mazzo, magari per una prossima vita, direi il Portogallo, in particolar modo Lisbona, vissuta nel 2000 e nel 2009, la prima volta seguendo la volontà di camminare “sotto un cielo abitato tempo prima dal poeta preferito”.

In ogni caso la filosofia del viaggio, ma questa settimana il libro da tenere d'occhio è quello nuovo di Onfray: Schopenhauer, Thoreau, Stirner. Le radicalità esistenziali, sesta puntata della controstoria della filosofia, che ho comprato e messo nello zaino per resistere al fatto che domenica avrei lavorato. Certo preso d'assalto da orde di maleducati mai avrei avuto il tempo di leggerlo nel giorno che una volta era di Gesù Cristo, ma sapere che Onfray era nello zaino ecco, mi avrebbe consolato. Non riesco a ricordarmi il nome di quel cretino che ha inventato il lavoro domenicale, di quei cretini furbi e ricchi che l'hanno esportato in Italia, questa domenica poi c'era anche il derby di Torino, ho fatto finta di niente fino a quando camminando verso l'orrido settore Management ho pensato adesso segna Arturo Vidal, sono tornato al computer un cliente mi ha detto vorrei l'ultimo libro che ho visto in televisione e io gli ho detto guardi: sono le 16 e 45 e ha segnato davvero Arturo Vidal. Poi è arrivata al Punto Informazioni  Laura e le ho detto senti, adesso buttano fuori Glik. Abbiamo aggiornato la diretta su Repubblica.it: espulso Glik. Allora ho pensato, vuoi vedere che sono un veggente?
La velocità è la filosofia degli imbecilli, la velocità è la religione degli imbecilli, una di queste due frasi mi pare bella. Infine un terrorista si è messo a sparare davanti al Parlamento, no non era un terrorista ma uno squilibrato, no non era uno squilibrato ma uno che ha perso il lavoro e si è separato dalla moglie. I politici in generale ci sono rimasti molto male, e qualcuno di loro ha detto che se uno perde il lavoro e si separa dalla moglie deve avere il buongusto di suicidarsi e non di andare a sparare in giro.

domenica 21 aprile 2013

Finalmente domenica! (35)

 

Che sarebbe stata una settimana di cambiamenti avrei dovuto capirlo fin da lunedì. In libreria ci hanno fatto dividere il reparto di Psicologia in due: da una parte la Generale, dall'altra la Professionale. Scelta condivisibile, cosa c'entrano Andreoli o Alberoni con Freud? E Crepet con Jung? Titoli come Fallo felice oppure Fai uscire la stronza che c'è in te, che avevano a che fare con Lacan o anche con Hillman o Sacks? Falli soffrire certo, ma anche Fossi figa sarei una stronza oppure Tu lo fai girar. La verità sugli uomini, a vantaggio delle donne, o ancora Falli soffrire 2.0 Gli uomini preferiscono le stronze ecco li abbiamo separati da L'interpretazione dei sogni, o da Ricordi, sogni, riflessioni. Così ognuno guarda e cerca dove vuole.
 
Nell'atto di spostare la Psicologia, ho pensato alla Narrativa. Perché non dividere anche quella? Da una parte la Generale, dall'altra la Professionale. Tanto ogni settimana esce il romanzo del giovane scrittore uguale a quello della settimana precedente, meglio se prefabbricato nella scuola di scrittura, l'autore di stavolta per mantenersi e pagare la retta faceva il pompiere, aiuto il fuoco!, ma che titolo e copertina orrendi, la solita di copertina seriale, che io più passa il tempo più mi chiedo come ho fatto a diventare un mezzo scrittore che non ho mai frequentato nessuna scuola di scrittura, deve trattarsi di un miracolo. Comunque domani allora lo propongo: da un lato la Narrativa Generale, i nomi li sappiamo non mancano mai: dalla conduttrice televisiva al giovane professore, dallo scrittore impegnato eppure non lavorante e giramondo pagato non si sa da chi, allo scrivente mantenuto a galla dal fuoco di recensioni incrociate unite dal fatto di essere sempre amiche, Mi piace questo elemento e siamo tutti Amici. Dall'altra la Narrativa Professionale allora mettiamo ad esempio Berto, Bianciardi, Busi ecc. Mi pare una buona idea, pulizia della confusione, ma già immagino le pressioni delle Case Editrici più importanti: "Su questo romanzo abbiamo puntato, venduti i diritti per la traduzione in diciotto paesi, lei ha sedici anni ma è molto brava e unisce l'utile al dilettevole, su Twitter la seguono già seimila persone e non solo perché la fotografia del profilo corrisponde alle sue mutandine, e allora dovete metterla nella Professionale tra Hamsun e Hrabal".

Vedremo, nel frattempo la sfida tra ottuagenari per la Presidenza della Repubblica impazzava: Mattarella contro Franco Marini contro Rodotà contro...vince chi promette di arrivare vivo a fine mandato. Pigi Bersani confermava la sua qualità di genio al contrario, sublime nel trasformare ogni cosa toccata o proposta in cacca oppure in sconfitta. Ma il Nuovo Circo Bersani offriva pure lati positivi: dopo i ripetuti patatrac si dimetteva Rosy Bindi, poi lo stesso Bersani, solo la baffuta e rauca Finocchiaro resisteva come legata alla sua poltrona. Intanto spuntava anche la candidatura Oriali per il Quirinale, come a suggellare una convergenza comportamentale tra F.C. Internazionale e PD, ma il vecchio Lele era già sotto contratto con Mediaset. Allora ci si accordava su Prodi, l'interessato si schermiva e partiva per il Mali, quindi ringraziava Bersani per la proposta, era fatta, ma in 101 facevano pernacchie al segretario circense e allora Romano si faceva furia, qualcuno doveva pagare per avergli fatto fare tale figuraccia perciò Bersani si dimetteva, mentre il Mortadella restava in Africa al posto di Veltroni. Infine, quando il pur ottantenne Rodotà pareva essere la scelta più saggia, PD e PDL siglavano il loro pietoso accordo implorando l'ottantottenne Napolitano di accettare un nuovo incarico, e il Presidente uscente diventava entrante dopo aver passato settimane a garantire la sua indisponibilità, preoccupato forse dal fatto di terminare il suo rinnovato lavoro di Capo dello Stato (salvo ulteriori richieste) a 95 anni.
 
Ecco, sono tutte cose assurde e vere accadute in Italia prima che la settimana diventasse domenica ma provate voi a riassumerle e a renderle credibili per un bambino di soli 15 mesi che infatti mi ha risposto:
"Papà, ma dai. Raccontami piuttosto che questa settimana avresti comprato altri tre libri: Franco Brevini L'invenzione della natura selvaggia, John Mack Storia del mare, John Carroll L'enigma Gesù. Ma soprattutto che quando sabato al lavoro hai scoperto che a fine mese uscirà la biografia di Andrea Pirlo ti sei scoperto contento ma anche leggermente dispiaciuto, perché lo so che avresti voluto scriverla tu. Ti avrei creduto di più".

lunedì 15 aprile 2013

Finalmente domenica! (34)



Mi hanno rubato il sellino della bicicletta ma non ne ho fatto un dramma. Sarà stata la primavera, sono sceso per fare un giro in bici ma niente, non c'era più il sellino. Un errore grossolano certo lasciare la bicicletta legata al palo sul marciapiede sotto casa per più di una notte quando avrei potuto tranquillamente portarla dentro nel cortile del palazzo, ma un pomeriggio di ritorno dal lavoro avevo pensato la uso domani, una notte può star fuori cosa vuoi che succeda. Poi il giorno dopo non ho usato la bicicletta, mi sono scordato di aver lasciato la bicicletta fuori potrà sembrare strano, mi sono scordato di avere una bicicletta. E’ che non la sento mia questa bicicletta, non cerco giustificazioni, ma io ho avuto tre biciclette importanti nella mia vita la Bmx Bianchi da bambino rossa e gialla, la Zecchini rossa che era di mio zio me l'ha prestata qualche anno poi me l'hanno rubata in Stazione a Brescia sempre un giorno quando tornavo dal lavoro e non ho potuto più restituirla a mio zio, la Zecchini, infine una Bianchi blu nel decennio milanese andata meccanicamente in confusione e abbandonata per ora in cantina in attesa di tempi migliori, che l'economia si risollevi, che un nuovo Governo vari decreti comprendenti incentivi ai cittadini per la messa a posto delle due ruote non motorizzate. Queste comunque le mie tre bici, quella che uso ora invece acquistata due anni fa un normale ciclo da città di tipo moderno a prezzo basso, grigia e nera, amore mai sbocciato e allora, mi hanno rubato il sellino.

Sfogliando un ottimo libro rosa, sarà stato per quello, mi sono scordato di poter essere un ciclista io, che volgare offesa ai Gerbi ai Binda ai Girardengo, e poi pioveva, al lavoro ci sono andato a piedi, la mia bicicletta o meglio quella che pensa di essere la mia bicicletta mi osservava attonita mattino dopo mattino e io non la vedevo, guarda questo qua pensava lei, sono la tua bicicletta per favore portami dentro in cortile, niente questo legge il libro rosa anche camminando.
Gerbi, Binda e Girardengo, ma soprattutto Ottavio Bottecchia, "Botescià" come lo chiamavano i francesi, primo italiano in maglia gialla, vincitore di due Tour de France consecutivi senza conoscere una parola di francese, senza avere mai visto una strada francese, indossatore della maglia gialla dal primo all’ultimo giorno del Tour nel 1924, arrivato a Parigi con mezz'ora di vantaggio sul lussemburghese Frantz che confessa ai giornalisti: "Seguire Bottecchia in salita è un po' come suicidarsi". Ma alla fine a morire è Botescià, sulla sponda sinistra del Tagliamento, con fratture alla base cranica e alla clavicola, eppure la bicicletta senza un graffio poi misteriosamente scomparsa, insomma aggredito e ucciso per ragioni politiche o private Bottecchia, il 3 maggio del 1927.

Ecco andando a lavorare a piedi leggendo la storia del Giro d'Italia scritta da Mimmo Franzinelli mi sono tornate in mente tante di quelle cose, altre le ho scoperte, pioveva ma non me ne importava nulla perché sapevo che domenica ci sarebbe stato il sole e avrei potuto appoggiare per un attimo sul tavolo questo libro splendido e fare un giro per Milano a vedere la via della mia nuova futura casa, le foglie timide le prime a farsi vive sugli alberi dopo tanto che le aspettavo, ma sono sceso dalle scale sono andato sul marciapiede dalla mia bicicletta legata e mi avevano rubato il sellino.

lunedì 8 aprile 2013

Finalmente domenica! (33)



Che bella la domenica senza auto, magari qualche Taxi investe Fabio Fazio. Sono qui che cammino con Pietro in quella specie di zaino per bambini che è il Boba, il cielo è quello di Parigi eppure siamo a Milano ed è più forte di me, dopo aver apprezzato la meravigliosa assenza di rumore, gli italiani che sembrano quasi normali sorpresi a passeggiare e non a schiacciare il pedale dell'acceleratore, m'interrogo sul perché Fabio Fazio si sia scagliato contro le domeniche a piedi al tweet gridato di "stupidate che complicano la vita agli italiani". Cavolo, penso, per far dire a Fazio "stupidate" la situazione deve aver oltrepassato ogni limite, chissà cosa doveva farci con l'auto il presentatore, perché è chiaro che la complicazione é personale giustificate al plurale, forse è costretto a recarsi negli studi Rai a piedi o addirittura in tram, forse la faccenda non gli va giù e gli complica la vita, vai a sapere.

Comunque il cielo è parigino, con Pietro nello zaino vorrei veder sbucare là in fondo la Tour Eiffel e invece facciamo "Uuh!" quando passa un tram, "Aah!" quando vediamo una bicicletta, "Wof!" quando è la volta di un cane. Così i miei venerdì pomeriggio, i miei sabato pomeriggio le mie domeniche, stupende a piedi come oggi, sto con Pietro nel Boba e facciamo "Uuh!" "Aah!" "Wof!" a ripetizione per strada, se lo sapessero certi scrittori impegnati che figura ci farei, loro a battersi contro il Male e io a fare "Uuh!" "Aah!" "Wof!", come la scorsa settimana che è venuto in libreria quello scrittore impegnato e milionario, e tutti a guardarlo come fosse il Messia convinti che dopo aver letto il suo nuovo libro non guarderanno più il mondo con gli stessi occhi, con la verità in tasca lui e i guardanti, beati loro.

Ma "Uuh!" "Aah!" "Wof'!", al momento ho due ossessioni: Henry Miller e la Tour Eiffel. Di Henry Miller abbiamo già parlato, il problema è che non riesco a finire di rileggere Tropico del Cancro tradotto da Luciano Bianciardi, è troppo bello, leggo poche pagine al giorno per non farlo finire. La Tour Eiffel perché la immagino spuntare anche a Milano in pieno giorno nel cielo azzurro, Francois Truffaut viveva in un appartamento che aveva una straordinaria vista sulla torre, collezionava copie del monumento di tutte le dimensioni e una di queste fu usata come arma in Finalmente domenica! con Fanny Ardant e Jean-Louis Trintignant. Questo Truffaut, decisamente disimpegnato come regista, che non andava a nemmeno votare perché riteneva le elezioni manipolate, prive di significato, un gioco sociale fondato su una premessa falsa.

Ecco, non ho abbastanza soldi in banca per recitare la parte dello scrittore impegnato, il mio impegno principale è arrivare alla fine del mese, desiderare il peggio per i corrotti governanti di un Paese che spingono al suicidio due pensionati marchigiani, per chi ha inventato gli esodati, per chi se ne frega e fa polemica politica anche sulla vita umana. Per fortuna non mi arrabbio più, sono uno scrittore disimpegnato colleziono Tour Eiffel, la prima l'ho comprata nel 1994 in gita scolastica, la seconda nel 2010 quando sono stato a Parigi da solo con Marta e Pietro non c'era ancora, ma questa è un'altra storia.